Sociability by Francesco Oggiano

Sociability by Francesco Oggiano

autore:Francesco Oggiano [Oggiano, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2022-02-15T12:00:00+00:00


#MeToo, l’hashtag è in prima persona

Uno degli esempi di nuovo potere, che come tutti i poteri ha avuto i suoi abusi e storture, è stato proprio il #MeToo: simbolo dello scontro tra il vecchio potere (il produttore Harvey Weinstein) e il nuovo (la mobilitazione online, spontanea e partecipativa di una moltitudine di donne). L’hashtag, come per #BlackLivesMatter, era nato diversi anni prima. Nel 2006 Tarana Burke, attivista locale e vittima di violenza sessuale, aiutava ragazze della comunità del Bronx a superare abusi subiti. Voleva dire loro che non erano le sole vittime, creare in loro “empowerment tramite empatia”. Perciò, sul suo spazio Myspace (già, cari Gen Z, abbiamo avuto pure questa cosa qua) conia il nome perfetto: Me too. Ancora una volta due parole, universalmente comprensibili: Io pure. Quando nell’autunno 2017 sui giornali Usa iniziano a comparire accuse di molestie contro Weinstein, l’attrice Alyssa Milano (Melrose Place e Streghe) posta un messaggio su Twitter: «Se anche tu sei stata aggredita o molestata sessualmente, replica “me too”». Il messaggio inizia a essere ripreso e condiviso. Affinché il movimento passi da un “legame debole” a quello forte, serve che qualcuno scali la partecipazione, e da semplice ricondivisore diventi anche un produttore di contenuti. Terri Conn, attrice, vedendo quella mobilitazione, sente riemergere dopo vent’anni una presunta molestia che avrebbe subito dal regista James Toback, durante un incontro a Central Park. Così, si ingegna. Cerca su Twitter donne che hanno usato nei loro tweet di testimonianza sia l’hashtag #MeToo che l’hashtag #JamesToback. Ne trova diverse che raccontano esperienze simili alla sua. Forma con loro un gruppo Twitter privato. Tutte assieme decidono di raccontare le loro storie al «Los Angeles Times». Nei giorni dopo l’articolo, altre trecento donne accusano Toback.

Il processo scalabile è iniziato. #MeToo è diventato una piattaforma. Un’infrastruttura digitale e universale tramite cui donne di tutto il mondo possono raccontare le presunte molestie ricevute. #MeToo diventa corrente: nello sport, nella politica, nell’imprenditoria, in ogni campo inimmaginabile. Fa dimettere ministri, Ceo di aziende, membri del Congresso Usa. Ancora una volta, a colpire è un movimento decentrato, collaborativo, basato su un hashtag e senza un preciso obiettivo: nessuno sapeva quale sarebbe stata la tappa successiva. Il movimento si sentiva senza un padrone e traeva la sua forza proprio da questo. «L’aspetto più incredibile del #MeToo è stata la sensazione di potere che ha dato a chi vi ha preso parte» spiegano Heimans e Timms in New Power. «Tante donne che per anni si erano sentite impotenti rispetto ai propri molestatori o temevano ritorsioni trovavano improvvisamente il coraggio di denunciarli. Ogni storia individuale veniva rafforzata dall’impeto di una corrente molto più vasta. Ogni atto di coraggio individuale veniva reso collettivo.»

Credo che, ancora più di #Occupy, sia stato il #MeToo a cambiare il nostro modo di fare (e raccontare) l’attivismo sui social. A partire dall’hashtag. Se ci pensate, prima del #MeToo c’erano già diversi hashtag in circolazione, che avevano lo stesso scopo di vicinanza e testimonianza: #WhatWereYouWearing (come risposta alla stupidissima domanda su cosa una vittima stesse



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